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64 | odi |
Verrá, di folte tenebre
coperta il capo, inesorabil morte;
né, o cara, fia piú lecito
con le braccia formar dolce ritorte.
In seno a te son placido
anch’io guerriero, e il crin di mirto ho cinto;
so anch’io pugnare e vincere,
e far che applauda al mio trionfo il vinto.
Son la mia preda docili,
ripetute carezze. Abbiasi il Russo
e il congiurato Austriaco
quel che d’Affrica e d’Asia aduna il lusso;
ricchi e temuti riedano
alle terre natie: teco, contento
nei campi miei, dispregio
gradi e tesor, né povertá pavento.