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libro primo 59

XXXIV

A Fiorenzo Ferretti Presle

(1789)

     Non sempre ai sguardi del nocchier la stella
d’Orion nemboso minacciosa appare,
né d’Adria inquieto l’inegual procella
agita il mare.

     5Non sempre, o Presle, inerte ghiaccio il monte
copre d’Alvernia o il ciel di Flora è fosco,
né sempre incurva la ramosa fronte
il folto bosco.

     Tu sempre mesto, o te gentil circonde
10stuolo di ninfe che t’insidia indarno,
o te romito le pisane sponde
veggan dell’Arno.

     Or che dispiega le vermiglie piume,
Clori, mi segui su l’erbosa sponda,
15che presso Grado taciturno il fiume
morde coll’onda.

     Qui pochi amici spargeran festoso
sale sui motti a non sospetta mensa,
libando il vino che Artimin petroso
20nero dispensa.

     Vivi, e bevendo gl’indivisi affanni
sopisci, e l’ore sorridendo varca,
fin che la ruota non trattien degli anni
per te la Parca.