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58 | odi |
XXXIII
La vendetta
(1789)
Solca, con triste augurio,
l’instabile Tirreno adriaca nave,
recando Iro malèdico
alla partenopea spiaggia soave.
5II ciel si oscura, torbido
si addensa il nembo, bruna mugghia l’onda,
lottando i venti fischiano,
e si sdraia sul mar notte profonda.
Fremendo, intorno al misero
10legno s’aggira l’inegual procella,
Austro le vele squarciagli
e lo sdrucito fianco Euro flagella.
Misto dei flutti al fremito,
de’ pallidi nocchier suona il lamento,
15il pianto d’Iro e i sterili
voti che detta a lui freddo spavento.
Tu, che a terror dell’empio
t’assidi, cinta da tempeste in trono,
ch’ei m’insultò dimentica,
20e rammentati sol ch’io gli perdono.
Sospendi i pronti fulmini,
e in sacrifizio la mia vita accetta:
questa con calde lacrime,
questa imploro da te, giusta vendetta.