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libro primo 57



     25Figli infelici, di soavi lacrime
sul paterno mio sen sovente aspersi:
cara è all’anima mia lode sì tenera,
piú di quella dei secoli e dei versi.

     Fin che l’ora non giunga, in cui le languide
30luci mi prema il quadrilustre amico
e, pegno estremo d’amistá, racchiudami
ad aspettarlo nel sepolcro antico,

     sarete ognor de’ miei pensier la stabile
e dell’opre soavi unica cura:
35la ragion mel consiglia, e, il cor premendomi,
me l’impone fra i palpiti natura.

     Perché di un regno non son ricco? Cedilo
a me, ingiusta fortuna; io te lo rendo;
diman fia tuo. Torno privato a vivere,
40sui benefizi miei lieto piangendo.