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libro primo | 55 |
Donami l’arpa, e dei funerei carmi
rendiamo al saggio i meritati onori;
ambo spargiamo sui dolenti marmi
60lacrime e fiori.
Ma a che si piange, se il destin non muta
voglie alle preci dell’altrui dolore,
e Jacquier gode della giá perduta
vita migliore?
65Vive beato al sommo bene in faccia,
di lui si pasce, in lui d’amor s’accende,
l’adora, e quanto l’universo abbraccia
tutto comprende.
Piangiam noi stessi, che in sì basso loco
70siam segno ai strali che l’invidia aduna,
scherno ai potenti e capriccioso gioco
della fortuna.