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libro primo | 53 |
XXXI
A Monsignor Caleppi
in morte del padre Jacquier
(1788)
Saggio Caleppi, che domando regni
gli avidi affetti e ti sollevi all’etra,
qual nome vuoi ch’a eternitá consegni
sopra la cetra?
5Sopra la cetra che, flebil, rattenne
i fiumi e i rivi rapido-fuggenti,
ed i lottanti su le negre penne
protervi venti?
All’orbo sposo d’Euridice intanto
10pendeano intorno le seguaci selve
e le strimonie, impietosite, al canto,
orride belve.
Brami ch’io cinga di non compra lode
chi squadre ancide e chi cittadi atterra?
15Nassau, il possente, Romanzow il prode
fulmin di guerra?
Greig, che nud’ombra ancor addita e teme
sul vinto mare il Musulman fugato?
Haddich, che invita a trionfar la speme
20d’Austria ed il fato?
Laudon, che il primo dell’etá sul fine
vigor richiama, ed al cimiero antico
stringe que’ lauri, che involò sul crine
di Federico?