Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/49


libro primo 43



     25Seco è il germano dall’intatta e pura
mente, dal grato generoso cuore,
cui desta incerta gelido timore
medica cura;

     e Silva ingenuo, che di Claro al nume
30non vive ignoto in solitaria pace,
alla cui sacra ilaritá non spiace
l’ozio e le piume.

     Quando ricopre la tranquilla faccia
del mar la notte con la tacit’ombra,
35di mobil fuoco la montagna ingombra,
freme e minaccia.

     S’erge la lava quasi al ciel vicina,
a rivi scorre tortuosa e lenta:
l’atro destino d’Ercolan paventa
40l’umil Resina.

     Meco, lasciate l’ospitali mura,
su l’arduo giogo ascenderai, che scopre
la sfolgorante maestá dell’opre
della natura.

     45Vedrai nell’ombra addormentata e bruna
specchiarsi, ad onta d’Anfitrite, il monte
e i nivei raggi della curva fronte
tinger la luna.

     Se vieni, cento dionee colombe
50serbo di Pafo alla propizia diva,
ed alle muse svenerò votiva
un’ecatombe.