Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/457

I

Naturalmente, nel tracciare la storia esterna delle poesie di Giovanni Fantoni, maggiormente conosciuto col nome arcadico di Labindo, mi occuperò soltanto delle edizioni piú importanti, rimandando il lettore vago di piú ampi particolari alla ricchissima e minuta bibliografia, data da Giovanni Sforza in appendice alla sua eccellente monografia su Labindo1.

Fu, dunque, nel 1782 (anno, nel quale era stata giá pubblicata per le stampe una poesia del F. in un opuscolo miscellaneo), che apparvero per la prima volta le «Odi | di Labindo | Dicar... ... aeolium carmen ad italos | deduxisse modos | Hor., Od., xxx, lib. iii | A bordo del Formidabile | mdcclxxxii | con permesso dell’ammiraglio Rodney». È un libretto di 40 pp. in-4° , dedicato A Caterina seconda, imperatrice detlle Russie ed autocratrice , con le seguenti parole:

Maestá,

All’erede immortale di Pietro il grande, adorata dai popoli, temuta dai nemici, rispettata dall’universo, io consacro dell’odi. Degnatele di quella protezione, che accordate alle scienze ed alle arti. Se ne meriteranno i benefici influssi, oseranno un giorno cantare i vostri trionfi. Mi glorio intanto con la piú profonda venerazione di aver l’onore di essere, ecc. ecc.

Contiene le seguenti poesie, che indico soltanto col numero d’ordine della presente edizione: Odi , I, I [metro imitato da Orazio,

  1. Giovanni Sforza, Contributo alla vita di G. F. (Labindo), Genova, tip. della Gioventú, 1907 (estr. dagli anni VII-VIII del Giorn. stor. lett. della Liguria). A compimento della bibliogr. dello S., si veda Achille Neri, Un opuscolo sconosciuto di G. F., in Gior. stor. della Lunigiana, a. I, fasc. 1; e Ubaldo Mazzini, Una lettera e una versione poetica di Labindo, ivi, a. I, fasc. 2.