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d’un amante canuto inutil sposa,

5or che sospira querula
l’auretta rugiadosa.
     Varcar vo’ il fiume, ma ancor bruna l’onda
mi asconde il guado e vietami
di ricercar la sponda.
     10Dentro quella capanna, al dì nascente,
soccorso un vecchio aspettano
e una madre dolente.
     Parmi... ah! son dessi... Una il fanciul sostiene,
l’altro piangendo additami
15ed incontro mi viene.
     Si tenti il guado... Oh come urta fremente
la ripa e seco traggemi
la rapida corrente !
     Ma nata è l’alba... In sen l’onda placata
20m’accoglie e amica guidami
alla sponda bramata.

VI. p. 102: Abbiamo seguito l’edizione del 1792 e le precedenti ; nell’ediz. a cura del nepote è intitolata: In morte d’un ufficiale italiano ucciso in una battaglia contro i francesi; ma il titolo è errato, poiché il Fantoni aveva scritto non «contro i francesi», ma «contro i tedeschi». Suona così:

     Consegna, o figlio della Piave, un’anima

all’auree corde del sonante Pindaro,
emulatrice dell’achea magnanima
  prole di Tindaro.
     5Mira quel sangue... Noi versò di un soglio
schiavo nodrito all’avvilita gloria,
ma eroe, cui rise il meritato orgoglio
  della vittoria.
     Questa è la pietra dove cadde, nobile
10vittima, in campo, del furor vandalico,
non sé piangendo, ma il tradito e mobile
  destino italico.
     D’amico pianto tu la bagna, e sciolgano
gl’itali bardi la canzon di doglia,
15e d’aurea luce nella tomba avvolgano
  la fredda spoglia.
     Fu duce, amico, cittadino, docile
alla pietade, nei consigli stabile,
nei vari casi della sorte indocile
  20imperturbabile.