e in preda del destin resti il diverso 245interesse dei re. Quest’aureo letto,
questo giardin per noi son l’universo.
Vien’, seguimi, idol mio... questo boschetto,
questo tempio d’Amor, de’ suoi scalpell
la piú bell’opra e il fido suo ricetto, 250questo frondoso trono, ombre, ruscelli,
il venticel che errando va fra i rami,
il dolce canto dei pennuti augelli,
la natura a goder par che ci chiami,
ed i piacer che ci fomentan essi 255mi rendono piú bella a te che m’ami.
Vieni... mi segui... — Amor fra i dolci amplessi
forma due amanti, che sferzando preme,
di due nemici, che voleansi oppressi.
Della rapida sua fiamma, che freme. 260discioglie il nostro cor, l’ardore attivo;
concentra e unisce le nostre alme insieme.
Un solo ed istesso esser fuggitivo
c’infonde; l’alma di Rinaldo annida
entro il mio seno, e per amarlo io vivo. 265Giammai creduto allor avria che infida
speme nudrissi in sen: fra i suoi contenti
godea quieta l’amorosa Armida.
Giorno beato, amabili momenti,
in cui ci fûro i piú soavi baci 270dolce suggello ai nostri giuramenti!
Quando Febo spegnea nel mar sue faci
o nascente vibrava i raggi amici,
mi dicevi: — Io ti adoro... Ah che i fugaci
odiare tu mi fai giorni infelici, 275in cui di guerra il truce dio temuto
mi toglieva agli amori i piú felici!
Io vissi senza amarti? Ed ho potuto
vivere! Oh ciel! perdona... — Un improvviso
tremito allora ti rendeva muto. 280E dal commosso ciglio tuo sul viso
sfuggiva il pianto dell’amor, non meno
lusinghiero di quel di un dolce riso.