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     Quella face,
che si piace
alla selva abbandonata,
è sdegnata
da quei fior, di cui Pomona
ne fa al seno e al crin corona.

     Spesso i pregi
dei dispregi
a comprarci sono usati,
non bramati;
cosi avviene a te, che cura
fosti un dí della natura.

     A ferire
del desire
giá la meta era vicino;
ma il destino
fe’ che a Fille un dí cantore
io spiegassi il vivo ardore.

     Di mendace,
di loquace
presso d’essa ottenni il nome:
aimè! come
le speranze in un momento
dei mortail disperde il vento.

     Io d’allora
studio ognora
la natura e non le carte:
la vana arte,
madre ognor di pentimento,
quanto ahi cede al sentimento!

     Al natio
possa anch’io
come te tornare un giorno
tuo soggiorno,
e felice in sen d’amore
obliare ogni altro fiore!