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I

Agli amici di Napoli

     Febo oltre Calpe i suoi destrieri affretta,
pallida sorge la cornuta luna,
placida increspa rinascente auretta
l’onda che imbruna.

     Pronta è la mensa: giuri chi si asside
un odio eterno al cieco amor tiranno;
del duol si pasce di color che ancide,
vive d’inganno.

     Fe’ imbelle Alcide, il truce Achille vinse,
fu ai greci e all’Asia alta cagion di pianto,
e d’atro sangue insaziabil tinse
l’onda del Xanto.

     Render può solo l’amistá felici,
ché non conosce crudeltá né frode.
Un’ode, amici, mi chiedeste: amici,
eccovi un’ode.