65il popol primo: nei disastri invitta,
deve agli ordini suoi la sua grandezza.
Tu simili li forma, e il Campidoglio
dai sette colli dominar rivegga
dei padri il senno ed il valor dei figli. 70Prima tua cura sia la forza: questa,
s’è ben diretta dai costumi, crea
leggi sicure, le protegge e serba.
Né manca atta materia ad ogni forma
nel bel terren, che il mar circonda e l’Alpe: 75ma tal gettarla, qual fa d’uopo, è impresa
di man maestra. Nel contrasto fissi
sian gli opposti elementi: adatti al suolo
si dèstino i bisogni, essi i costumi:
e piú sobri costumi in nuove leggi 80servan d’Italia alle memorie antiche.
Sia tua la forza: a mercenaria gente
chi si affida, si perde; e divieti preda
di una straniera aviditate armata
la privata e la pubblica ricchezza. 85Chi possiede, difenda: ha cuore e braccia
chi vera ha patria, e ciaschedun possiede
ove vive felice. I primi beni
non son le terre né i metalli : siamo
noi, la patria, le spose, i padri, i figli; 90fin la colomba si difende e volge
a un ingiusto oppressor gli artigli e il becco.
La stabil forza nazional, divisa
in centurie, in coorti ed in legioni,
sia mobile e locale. Una la formi 95la gioventú; virilitá componga
l’altra; e, vivaio d’ambedue, le nutra
l’adolescenza, dai primi anni instrutta
a soffrir la fatica, al nuoto, all’armi.
I giuochi stessi sian guerrieri: il disco 100la mano addestri a non fallir, la lotta
le membra ad ubbidir, la corsa il piede
in terra, e in mar, curvo sul remo, il braccio
a incalzare il nemico e la fortuna.
Il cannone, il mortâr, l’arco, il fucile,