fra pochi amici nell’orror del lutto.
Dalla mensa sorgea, quando, riscosso
dal suon dolente d’improvvise strida, 75si schiuse il varco alla vicina stanza.
Stava la sposa semiviva, gli occhi
torcea velati di pallor di morte;
con la sinistra sostenea le membra
divincolanti, e con la destra il ferro 80nello squarciato sen premea morendo.
Incontro al genitor gridando corse,
tendendo al ciel le pargolette palme,
la figlia, e lorde avea le vesti, e il volto
tinto dai spruzzi del materno sangue. 85All’atroce spettacolo funesto
ei fissò muto su la figlia il guardo,
sospirò, vacillò, piegossi e cadde
dei servi suoi fra le pietose braccia.
Riscosso alfin dal suo letargo, or piange, 90il passato rigor detesta, il fato
chiama tiranno e, benché sia innocente,
teme i sospetti dell’etá future.