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I
L’amicizia
Al marchese di Fosdinovo Carlo Emanuele Malaspina.
Utrumque nostrum incredibili modo Hor., Od., ii, 17. |
Signor dell’onda, che, fuggendo l’Alpe,
lucida bagna gli ubertosi colli
dell’avita Gragnola, abitatore
delle ventose papiriane torri,
5amabile fra i saggi, ov’è la bella
garrula gioia dei passati giorni?
Svaní, qual nebbia, dalla cupa valle
alla sferza dei raggi, o qual nel muto
silenzio della notte estivo lampo;
10ma, quasi solco di canuta spuma,
che segue il corso di fugace antenna,
la memoria ne resta e dentro i gorghi
dell’oceano dei secoli futuri
non perirá, ché degli eterni versi
15la spingerò su le robuste penne
oltre il confin della delusa morte.
Figlio del mio german, biondo qual sole
che si specchia nel rio, d’occhi piú neri
della gelida brace, il sen piú bianco
20del nevoso Appennin, sparse le guance
delle rose d’april, recami l’arpa.
Pende dal muro della sala antica
degli avi tuoi fra le animate forme,
coronata d’allòr, sparsa di mirto.
25Fra le sue corde ancor serpeggia il nome
sacro alla gloria dell’eroe britanno,
e lieto ride di vittoria un inno.
Berrai nel canto mio sensi d’onore,