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340 | idilli |
5
Dimmi: quei cari giorni ancor rammenti,
ahi! troppo brevi al nostro vivo ardore,
in cui più volte i lusinghieri accenti
fuggîro e tronchi ritornâro al core,
e, dalla forza del piacer delusi,
in roco suono mormorâr confusi?
6
Rammenti ancor quei replicati moti,
che dolcezza e languor temprando vanno?
quelle docili lingue, in giri ignoti,
molli ministre d’amoroso danno?
quei singhiozzi indecisi, in cui si sugge
l’alma coi labbri che tremando fugge?...
7
Ma dove, dove la confusa mente
inutil (folle!) immaginar trasporta?
Cerco il piacere, ed il piacer presente
fugge col tempo ed il goder sen porta.
Fille, stringimi al sen: laccio sí forte
l’annodi Amor, lo scioglierá la morte.
8
Se pur la morte sciórre il nodo puote
con cui lega Ciprigna i cuori amanti,
e tinger di pallor baciate gote,
e divider due labbra palpitanti;
se pur lo puote nel momento estremo,
purché tu mi sostenga, io non la temo.
9
Cadrò, mio ben; ma sovra il labbro amato
pallido il labbro sosterrò languente:
lento raccoglierai l’ultimo fiato,
che dentro il petto fuggirá gemente,
e al tuo, bramoso di potersi unire,
la vita ti dará nel mio morire.