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idilli | 335 |
XIII
La noia della vita
1
Dove si perde nella valle il monte,
bruno per i ginepri e per le stipe,
e tortuoso rio, nato da un fonte,
garrulo scorre fra l’erbose ripe,
di giunchi intesta e di palustre canna
sorge cinta d’allori una capanna.
2
Cresce sul monte il giorno e un vitreo lago,
che forma il rivo, a piú color dipinge;
la fertil valle d’olmi un ordin vago,
maritato alle viti, intorno cinge;
si copre d’ombra il monte, e il sole allora
l’opposta valle e il vicin colle indora.
3
Volgeva un dí per l’erta cima i passi,
il barbuto guidando amico armento,
quando rotta una voce in mezzo ai sassi
in flebil suono mormorare io sento:
lascio il gregge, mi appresso e al mesto viso,
non veduto da lui, Tirsi ravviso.
4
— Infelice! — diceva — a me che giova
l’esser ricco di campi e gregge, quando
nella ricchezza mia non si ritrova
quella felicitá, ch’io vo cercando?
Ma stolto che son io! non ha la vita,
la cerco invan, felicitá compita.