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334 | idilli |
10
Lascia l’onda la fiamma ritrosetta,
serpeggia fra le canne e si confonde;
poi, qual rapido solco di saetta,
corre verso la tomba e vi si asconde;
la segue la dolente, e i sterpi e i sassi
frenar non ponno i frettolosi passi.
11
Giunge all’avello, ma fuggir delusa
vede la face, che il suo amore apprezza:
non il suo amante, ma se stessa accusa
e la tarda a seguir vana lentezza;
di mortale pallor tinta la faccia
Cessa alfin di lagnarsi e il sasso abbraccia.
12
Cadea, ma Amor la resse: — Abbia riposo!
piangendo disse, ed il sepolcro aprio;
v’ascose Elmira e lo serrò pietoso,
e cosí sopra vi scolpí quel dio:
«Dafni ed Elmira, in questo muto orrore,
si serban fé, ché li congiunse Amore».