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scherzi | 277 |
XXXVII
Al marchese G. P., amico infedele
Torquato, quella tenera
dolce memoria amabile
del tuo Labindo ov’è?
Quella, per cui pareami
5sovra la spiaggia ligure
spesso abitar con te?
Di grigio-fosca nebbia
del verno i scherzi garruli,
aimè! la circondâr.
10E i venti la dispersero
ne’ fuggitivi vortici
del procelloso mar.
Sovra la fronte, lacere
le ghirlandette, i genii
15ne piangono di duol,
i genii, che soleano
dal rumoroso Panaro
a te spiegar il vol.
Ne ride invidia, e pallide
20le languidette Veneri
singhiozzan per timor.
E su dell’arco incurvasi
la cetra avvezzo a reggere
disdegnosetto Amor.
25Forse ti spiacque il docile
sacro parlar di nobile
amica libertá?
e quei secreti timidi,
che in seno a te deposero
30l’onor e l’amistá?