Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
270 | scherzi |
Tu, cura, o Fillide,
de’ pensier miei,
la rosa sei
della beltá:
qual fiore fragile,
nascendo cade,
vien con l’etade,
con essa va.
Un sol momento
che l’uomo perde,
languisce il verde
di gioventú:
fredda l’opprime
pigra vecchiezza;
e giovinezza
non torna piú.
Deh! lascia cogliere
quel vago fiore,
pria che all’amore
lo furi etá:
s’io sarò Zeffiro,
Fille vezzosa,
l’istessa rosa
l’invidierá.