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260 | scherzi |
XXXI
Ad una vecchia
Le rughe invan ti coprono
i giovanili inganni:
Nice, fra i crin t’albeggiano
insidiosi gli anni.
5Cedi la molle cetera
di Saffo ad altra mano;
cercan le dita languide
di trarne suono invano.
Quando alla notte tacita
10son le tarde ombre scorta,
gli amanti piú non picchiano
alla sprezzata porta.
Sciogli dal fianco, inutili
ministri, i bianchi lini;
15sgrava le tempie gelide
de’ conosciuti crini.
Fuggi quell’etá, docile
al tenero godere,
e, seco lei, fuggirono
20i scherzi ed il piacere.
La primavera tiepida
segue l’estate ardente,
cede l’autunno instabile
al pigro verno algente.
25Nel prato i fior languiscono,
mancan le molli brine;
sol pochi sterpi restano:
ha tutto il suo confine.