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252 | scherzi |
XXIX
A Palmiro Cidonio
Erge la fronte candida
giá l’Appennin di nevi,
spingon omai piú brevi
i freddi giorni ’l vol,
5e il tardo peso indocili
a sostener del gelo,
fremon le selve e in cielo
impallidisce il sol.
D’erbette il prato è povero:
10fra i sterpi e fra le spine
solo l’argentee brine
si veggon tremolar;
e le cadenti gocciole,
dai rami invan divise,
15si uniscono indecise
con languido ondeggiar.
Dalla caverna eolia
libeccio procelloso
flagella, disdegnoso,
20il sottoposto mar;
e su la spiaggia ligure
ogni straniera nave
morde l’arena, e pave
i nembi d’affrontar.
25Mi copre il tergo doride,
di biondo irsuto manto,
e, al pigro fuoco accanto,
meco seduce il dí.