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scherzi 243

XXIV

A Fille,

chiedendo da bere.

     Fille vezzosa, donami
la cetra ed il bicchiere,
ch’io vo’ d’amor cantare,
e vo’ cantando bere.

     5Dal fresco pozzo toglimi,
di tosca vite figlia,
la dolce, sacra a Bromio,
amabile bottiglia.

     Sotto di questa pergola
10regna l’amica pace,
e in mezzo al vin si perde
la pigra cura edace.

     I lascivetti pampani
mi scherzano d’intorno,
15e il crine mi lambiscono
l’aure del nuovo giorno.

     Qui al riso invita garrula
l’onda del rio: sedea,
così cantando, il tenero
20abitator di Tea.

     Fugaci i giorni passano,
odonsi appena l’ore:
e invan le Grazie piangono,
invan ne piange Amore;