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scherzi 233



     Per te fama non temono
65casti Cupido e Venere:
dal sacro orror pimpleo,
dalle materne selve,
scendi, Imene imeneo.

     Scendi, dator benefico
70di gioia e di dovizia,
protettore fecondo
delle cittá, dei campi,
animator del mondo».

     Quale improvviso strepito!
75strider sui ferrei cardini
odo la porta!... Ei viene.
Sposa, ove fuggi? Ah semplice!
Non lo ravvisi? È Imene.

     Eh! invan la chiamo. Pavida
80corre e la madre abbraccia,
e vergognosa e mesta
all’altrui guardo celasi,
con la pudica vesta!

     Deh! non temer, non piangere,
85bella dell’Adria figlia,
quel che da te sen viene
è il dio che brami, ah semplice!
non lo ravvisi? È Imene.

     Del mar su l’onda veneta
90di te piú lieta femmina
non vedrá il di nascente,
piú lieta sposa e tenera
non vedrá il sol cadente:

     tal qual, dell’alba al sorgere,
95nell’orticello idalio,
di fulgid’ostro tinto,
appar tra i fior, che olezzano,
rugiadoso giacinto.