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218 | scherzi |
XIV
Amore spennacchiato
(1781)
Su la scorza di un alloro,
sacro a Fille ed al mio cuore,
ha scolpito — il prode Eurito,
con un dardo, il dio d’amore.
5Effigiato in bel lavoro,
evvi un cieco fanciulletto,
che ’l macchiato — tergo alato
si spennacchia sdegnosetto.
Giá scendeva il sol nell’onde
10e il mio ben col gregge amico,
che belava, — giá varcava
dei ginepri il colle aprico;
quando me su quelle sponde,
ove il sacro allòr verdeggia,
15giunger vide: — si divide
ella tosto dalla greggia.
Mi dá un bacio e al sen mi stringe,
mi ribacia e mi accarezza,
e mi guata, — agitata
20da impaziente tenerezza.
Di pallore il volto tinge,
e tremanti, argentee stille
rugiadose — le amorose
bagnan lucide pupille.