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scherzi 217

XIII

Il compenso d’amore

(1780)

     Senza face e senz’arco,
piangeva un giorno Amore,
còlto dai numi al varco.

     Al suo inquieto figlio
5la bella madre invano
tergea pietosa il ciglio:

     fremendo sdegnosetto,
si lacerava il crine,
si percuoteva il petto.

     10Quand’ecco, in un momento,
gli balenò sul volto
un raggio di contento.

     Vide la vaga Iole,
nelle di cui pupille
15par si vagheggi il sole;

     e in que’ vezzosi lumi
trovò la face e l’arco,
che gli rapîro i numi.