Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/206

200 scherzi



     125Cupido appoggia l’òmero
a un origlier muscoso,
che al nostro dio, che lagnasi,
cede voluttuoso.

     Psiche egli chiama e piegasi
130per osservar su l’arco:
Psiche l’ascolta e schiudesi,
malgrado i rami, il varco.

     Sospira e, tutta in lacrime,
dipinta di pallore,
135tremante si precipita
fra le braccia d’Amore.

     — Psiche, t’ascondi: giungere
la suocera nemica
non vedi? ahi! quanto rèstati
140di pianto e di fatica.

     Ma invan lo tenti: cedere
al tuo destin conviene;
va’, che ti sia propizio
Amore in altre arene; —

     145grida il Timor sollecito,
che veglia al bagno accanto.
Vien Citerea, né muovesi
alle querele o al pianto.

     Parte la ninfa; fremono
150le Grazie sdegnosette;
sul crine Amor si lacera
le sparse ghirlandette.

     Dei giuochi accorre garrula
la turba multiforme;
155ma invano lo consolano:
piange, sospira e dorme.