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libro secondo | 157 |
XLVI
Ad Antonio Boccardi
(1792)
Il peregrino argento
la molle Italia avidamente apprezza,
e degli avi temuti
la virtuosa povertá disprezza.
5Curi e Fabrici invano
cerchi, Antonio, fra noi, Scipi e Catoni:
vi rinverrai Mamurri
e, serbati agli onor, Verri e Pisoni.
L’avara stirpe imbelle
10dei spuri figli dell’ausonia terra
non piú robusta suda
fra le illustri di pace arti e di guerra.
Non piú dolce e glorioso
è morir per la patria, inutil nome!
15Non a superbe genti
dar giuste leggi e perdonare a dome.
A vil guadagno intesa,
la stolta plebe onde arricchir si affanna,
e, sovente spergiura,
20l’ospite, il socio e il compratore inganna.
Stan vegetando alteri
della virtú degli avi i grandi all’ombra,
e prepotente inerzia
l’incolta terra popolare ingombra.