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libro primo 9


     25Partenio imita, che sprezzò costante
le sue lusinghe. Non seduce il merto,
del facil volgo, nei giudizi incerto,
l’aura incostante:

     non teme insidie, non velata frode;
30titoli vani, folli onor non merca;
noto a se stesso dell’oprar non cerca
premio né lode.

     Sta su la soglia dell’iniqua corte
l’astuto Inganno: fuggi i suoi favori:
35son quei che t’offre insidiosi onori,
ami e ritorte.

     Il quinto lustro mi ombreggiava il mento,
quando le volsi disdegnoso il tergo:
or nell’asilo del paterno albergo
40dormo contento.

     Molesta cura non mi sparge intorno
freddo sospetto con i foschi vanni,
non mi prepara meditati inganni
il nuovo giorno.

     45Ride a’ miei voti la discreta mensa,
non ebria madre di discordie pazze;
ché a’ rari amici le capaci tazze
Fille dispensa:

     Fille occhinera, la cui bionda treccia
50ceruleo nodo tortuoso morde,
che alle lusinghe dell’aurate corde
le rime intreccia.

     Dal roseo varco de’ bei labbri suoi
spontanei vanno su la cetra i carmi:
55un prato è il campo, sono i baci l’armi,
gli amanti eroi.