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libro secondo | 133 |
XXXIV
Ad Andrea Massena
(1789-1800)
Beato quei che in venerata pace
vive a se stesso con Minerva, e l’utili
figlie della memoria, e cura edace
non pasce, madre di speranze inutili.
5Dai cheti sonni micidial nol desta
tromba alla pugna o popolar discordia,
non per l’indico mar pave tempesta,
o dei potenti la fatal concordia.
Evita il fòro, ove d’Astrea si annida
10frode celata nell’antica spoglia,
e la devota, alla fortuna infida,
del palagio dei re lubrica soglia.
Se il giorno nasce o se alla notte cede
metá dell’orbe, i dì passati esamina,
15libra il presente, l’avvenir prevede,
né d’un vano saper l’alma contamina.
Del rapido pensier scorre su l’ali
per gli ampi spazi del creato, dedita
scorge natura a rinnovar le frali
20forme viventi, la contempla e medita.
Le leggi ammira, che nel cuore intatto
dell’uom destò il bisogno ancora ignobile,
i primi patti, il social contratto
e delle genti la ragione immobile.