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XXXI
A Giuseppe Piazzini
(1789)
Son tre decembri, che cessato ho d’ardere,
inaugurata vittima
di donzelletta instabile.
Piazzini, or su i vitiferi
5colli dell’ospital Luni marittima
ritorno imperturbabile.
Veggo Glicera, ma un soave incendio
piú gli occhi suoi non destano,
né piú sul labbro ha Venere.
10Invano Amori e Grazie,
archi, faci, lusinghe e vezzi apprestano,
ché la mia fiamma è cenere.
Stolto è colui che dell’inganno scordasi,
e, inonorato ed avido,
15riede a un’infida in braccio.
Chiama all’asilo e al pascolo
la selva il cervo, ma non torna pavido
ove inciampò nel laccio.