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XVII
Ad Alessandro Bicchierai
(1784)
Toscano Ippocrate, cui Febo in cura
diede degli uomini l’aurea salute,
cultor benefico dell’arti mute
della natura,
5nel tempio guidami, dove conservi
l'industre immagine del corpo umano,
e ammira il Gallico, l’Anglo, il Germano
l’ordin dei nervi.
Di morte a struggerla rabbia non vale;
10circonda l’anima di un giusto orgoglio:
ne’ fasti lirici segnare io voglio
l’opra immortale.
Taccia l’ignobile turba, che, avvezza
nel fango a volgere l'umil pensiero,
15gl’infaticabili figli del vero
stolta disprezza.
Serva vilissima della fortuna,
in braccio a Venere vive poch’ore
e, ignota ai posteri, dormente, muore
20dentro la cuna.