che, in cielo ergendosi, tratto da serica
mole, nascondersi mirò la sferica
terra, men volgersi lenta in viaggio
la luna e pallido vibrare il raggio,
né provò insolita téma d’Aquario,
d’Arto, dell’Iadi, del Sagittario;
ma oltre le nuvole, vinto ogni impaccio,
sofferse intrepido l’ire del ghiaccio.
Così Prometeo varcò l’aerea
spiaggia per togliere la fiamma eterea.
Le febbri languide dietro gli scesero,
i morbi pallidi fremer s’intesero:
la morte assisesi sovra del macero
primo cadavere, dal seno lacero
le calde viscere trasse e con l’empie
mani intrecciossene serto alle tempie.
Or pende il misero da monte altissimo,
rostro famelico d’augel fierissimo,
del rinascibile cuore fa scempio
e ai temerari serve d’esempio.