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VI
A Carlo Emanuele Malaspina
(1780)
Alle auree corde del sonante Pindaro,
d’eroi nodrici, riconsegno un’anima,
emulatrice dell’elea-magnanima,
prole di Tindaro,
5non chiara al mondo per l’antica gloria
che Federico rispettò dal soglio,
non per le palme e l’inumano orgoglio
della vittoria.
Carlo non merca dall’avite ceneri
10l’ombra del merto; i pregi suoi l’adornano;
figli d’onore, nel suo cor soggiornano
gli affetti teneri.
È amico, è padre de’ germani, stabile
nelle promesse, nei pensieri nobile,
15nei vari casi della sorte mobile
imperturbabile.
Ridi, Adalberto, da cui trae l’origine,
nella tua tomba: non può etá confondere
nome sì grande, né lo puote ascondere
20nella caligine.