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a proposito di leonardo e della sfera del fuoco

confutazione di una dottrina del tempo, la quale potrebbe, al primo sguardo, apparire molto strana e curiosa. Alcuni filosofi peripatetici sostenevano insomma che il Sole per natura fosse freddo, e i suoi raggi diventassero per virtù caldi, attraversando appunto, prima d’arrivare sulla terra, la sfera del fuoco. Dice infatti Leonardo: «Passan li razzi solari per la fredda regione dell’aria, e non mutan natura, passan per vetri pieni d’acqua fredda e non mancan di lor natura, e per qualunque luogo trasparente essi passassino, elli è come s’elli penetrassino altrettanta aria. E se tu vuoi che li freddi razzi del sole s’incorporino il calore del fuoco, nel penetrare il suo elemento, siccome v’incorporano il colore de’ vetri che attraversano, e’ seguirebbe che nel penetrare la fredda regione, essi s’incorporerebbero tale freddo, dopo la incorporazione di detto caldo, e così il freddo annullerebbe il caldo, onde i razzi solari verrebbono a noi privati di caldo».

E più oltre combatte anche l’opinione che i raggi solari spingano a noi l’elemento del fuoco, donde essi passano, per moto locale; dimostrando le conseguenze assurde che scenderebbero da tal principio; e aggiungendo anzi che, se mai, il Sole tirerebbe a sè l’elemento del foco, piuttosto che scacciarlo da sè e spingerlo a noi. Per dimostrare la rigidezza o freddezza sostanziale dei raggi solari, i Peripatetici ricorrevano all’esperienza dello specchio concavo, che nel ricevere li razzi del foco, li riflette più caldi ch’esso foco. La palla di vetro piena d’acqua fredda manda fuori da sè li razzi presi ancora dal foco, più caldi ancora d’esso foco. — Come si facevano e s’interpretavano allora gli esperimenti! Leonardo ha buona e facile ragione di obiettare: «Se tu dirai che lo specchio ancora lui è freddo e getta razzi caldi, io ti rispondo che il razzo vien dal sole, ed è il razzo dello specchio concavo, passato attraverso della finestra»1. Per Leonardo dunque il Sole è caldo per natura e non per virtù (virtù acquisita); ed egli effonde il suo entusiasmo in una Laude del Sole, celebrando la

  1. Cfr. E. Solmi, Nuovi studi sulla Filosofia naturale di Leonardo da Vinci, Modena, 1905, pp. 125 e sgg.: e anche St. sulla Fil. nat. di L., Modena, 1898, pp. 93: dove si riportano i passi dai Manoscritti vinciani.