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DI FRANCESCO REDI. 67

essi arrivò alla quinta parte d’un oncia, ed è credibile che fossero smagriti e scemati di peso, essendo stati più di quattro mesi senza mangiare: uno de’ quali vive ancora tre altri mesi dopo, non si cibando. Il lor colore è per lo più un verdegiallo dilavato e quasi trasparente, come d’ambra, fuorchè nel pungiglione e nelle due forbici o chele, che son di color più sudicio e simile alla calcidonia oscura; la cuspide però del pungiglione è affatto nera. Se ne trovano talvolta alcuni de’ bianchi; ma de’ neri non se ne vede se non di rado. Il tronco delle forbici è di quattro nodi o congiunture. Le gambe son’otto, e le due prime vicine a’ tronchi delle forbici son più corte di tutte, le due seconde son più lunghe delle prime, e le terze più delle seconde, siccome le quarte son più lunghe di tutte l’altre e son composte di sette fucili, e tutte l’altre suddette di sei solamente. Tutto ’l dorso è fabbricato di nove commessure per lo più in foggia d’anelli, e sovr’esso dorso, in quella parte ch’è tra’ due tronchi delle forbici, scorgonsi due piccolissime eminenze ritonde, nere e lustre. Sotto ’l ventre, ch’è composto di cinque commessure, veggonsi due lamette dentate che paion appunto due seghe, le quali quando lo scorpione cammina le distende e le dibatte, com’egli se ne volesse servire quasi che fossero