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2 ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI

cose, che da noi si riguardano, e molte altre azioni facciamo, non solamente per soddisfare la stessa vista, ma e l’odorato, e ’l gusto, e l’udito, e ’l tatto in guisa tale, ch’e’ non è uomo alcuno, il quale abbia fior d’ingegno, che ricerchi dalla ragione il giudizio delle cose sensibili per altra via, che per quella più facile, e più sicura da’ propri sensi aperta, e spianata. Per lo che ottimamente, a mio credere, disse colui, che se alla nostra natura si desse l’elezione; ovvero qualche mente superiore ricercasse da essa, se sia contenta de’ suoi sensi incorrotti, ed interi; o se pure cosa miglior desideri, ei non vedeva ch’ella potesse domandar di vantaggio. Di così proporzionati strumenti guernito l’uomo, chi non vede quanto travierebbe, se, la verità della storia naturale ansiosamente ricercando, ponesse da banda il chiarir bene i sensi; e sovra una superficiale, e lieve apprensione de’ proprj, o non sincera, ed appassionata relazione degli altrui, facesse fare alla ragione l’ufizio suo: la quale, ingannata da’ sensi male informanti, pronunziar potrebbe una precipitosa, e fallace sentenza. Quindi avviene, che niuno è in oggi nelle filosofiche scuole sì giovane, che non porti un così fatto parere, instillato dalla natura stessa, e dettato da quegli antichi savissimi uomini, che nelle cose