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ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI |
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quattro razze vidi ancora otto o dieci di quelle mosche ordinarie che intorno alle nostre mense ronzano e s’aggirano: e perchè, passato il ventunesimo giorno, m’accorsi che tra l’uova nere più grosse ve n’erano alcune che per ancora non eran nate, le separai dall’altre in differente vaso; e due giorni appresso cominciarono da quelle ad uscir fuora certi piccolissimi e neri moscherini, il numero de’ quali in due altri giorni essendo divenuto di gran lunga maggiore di quello dell’uova, apersi il vaso e, rotte cinque o sei di quell’uova istesse, le trovai piene zeppe dei suddetti moscherini a tal segno che ogni guscio n’avea per lo meno venticinque o trenta ed al più quaranta: e continuando a far simili esperienze molte e molt’altre volte, or colle carni e crude e cotte del toro, del cervio, dell’asino, del bufolo, del leone, del tigre, del cane, del capretto, dell’agnello, del daino, della lepre, del coniglio, del topo, or con quelle della gallina, del gallo d’India, dell’oca, dell’anitra, della cotornice, della starna, del rigogolo, della passera, della rondine e del rondone, e finalmente con varie maniere di pesci, come tonno, ombrina, pesce spada, pesce lamia, sogliola, muggine, luccio, tinca, anguilla, gamberi di mare e di fiume, granchi ed arselle sgusciate;