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DI FRANCESCO REDI. 189

vermi, i quali si trasformarono in mosconi; e dalle carni dello stesso capretto, tenute in vaso serrato, non nacque mai cosa veruna. Io so parimente che sulle more riscaldate e putrefatte nascono vermi, che diventano a suo tempo moscioni e mosche ordinarie; e che sulle foglie del moro infracidate si veggon nascere altresì mosche ordinarie e quattro o cinque altre sorte di moscherini minuti, i quali nascono ancora su tutte quante l’altre erbe, purchè vi sieno state portate le semenze e l’uova delle mosche e de’ moscherini; e se queste semenze non vi saranno realmente portate, niente, com’altre volte ho detto, si vedrà mai nascere nè dall’erbe, nè dalle carni putrefatte, nè da qualsisia altra cosa che in quel tempo attualmente non viva. Per lo contrario, se viverà e se veramente sarà animata, potrà produrre dentro di sè qualche bacherozzolo, in quella maniera che nelle ciriege, nelle pere e nelle susine, nelle gallozzole e ne’ ricci delle querce, delle farnie, de’ cerri, de’ lecci e de’ faggi hanno il lor nascimento que’ bachi i quali si trasformano in farfalle, in mosche ed in altri simili animaluzzi volanti.

In questa stessa maniera potrebbe per avventura esser vero, e mi sento disposto a crederlo, che negl’intestini ed in altre parti degli uomini