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DI FRANCESCO REDI. 171

mità due macchie rotonde, e rosse, ed alcune altre turchine circondate da un color paonazzo vellutato, e dall’ultimo lembo s’allungavano due appendicette, quasi fossero due code dell’ale. Dalla testa sorgeano non già due pennacchini, ma bensì due lunghissime e mobili antenne di color nericcio, e più grosse nella punta che nella base. Morì dopo quattro giorni di vita.

Nel mese di Settembre, trovandomi al Poggio Imperiale, feci raccorre una gran quantità di bruchi di color verdegiallo con qualche macchia nera e bianca; questi stavano rodendo certi cesti di cavolo; gli misi nelle scatole dando loro a mangiare dello stesso cavolo, e dopo quattro giorni salirono quasi tutti ne’ coperchi delle scatole e quivi s’attaccarono senza muoversi; ed alcuni in questo tempo fecero certe minute uova, rinvolte in seta gialla: dopo essere stati tre giorni senza muoversi, si spogliarono non di tutta la pelle, ma di quella parte solamente che lor vestiva il capo, quindi adagio adagio cominciarono a mutarsi di figura, e s’indurì loro la scorza; e la figura fu perappunto, come quella della crisalide della ruta, stando tenacemente appiccati alle scatole, perchè dall’ultima estremità della coda avean cavato fuora un filo di seta, che s’attaccava alla scatola, e con