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168 ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI

ad uscir fuora, sempre dimenandosi ed agitandosi; e tanto s’agita e si scontorce, finchè abbia tramandata tutta la spoglia fin all’estremità della coda, ed in questo tempo si vede che il capo notabilmente ingrossa e la coda s’assottiglia a tal segno che, quando il bruco s’è finito di convertire in crisalide, la crisalide ha pigliata la figura d’un cono e rimane d’un color verdissimo, tenera e cedente al tatto; ma il color verde, cominciando dall’estremità della coda, appoco appoco si cangia evidentemente per tutto ’l corpo in dorè, quindi in rosso e, col mutar di colore, sempre più indurisce la pelle; la gola è l’ultima parte nella quale il verde si cangia in dorè; ma quando il dorè della gola è diventato rosso, di già tutto ’l restante della crisalide s’è fatto nero o per lo meno vicin’ al nero, e s’è tutto indurito; e questa funzione si comincia e si finisce in poco più tempo di mezz’ora: perlochè ho avuto campo facilissimo di certificarmene più e più volte. Quando tutti i bruchi si furon convertiti in crisalidi, il che avvenne la sera del sesto giorno d’agosto, mantennero questa figura fino alla vegnente primavera, ed allora verso ’l fine d’aprile nacquero le farfalle, e tutte della stessa razza, ma non tutte nello stesso giorno, siccome i lor bruchi in diversi giorni s’eran tramutati in