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DI FRANCESCO REDI. | 151 |
poeti, ritrovate per dar pasto alla plebe ed agli uomini ignoranti.
Ma voi, che avete gl’intelletti sani,
Mirate la dottrina che si asconde
Sotto il velame delli versi strani.
Le cose belle (diceva il Berni) preziose e care,
Saporite, soavi e delicate
Scoperte in man non si debbon portare
Perchè da’ porci non sieno imbrattate:
Dalla natura si vuole imparare,
Che ha le sue frutte e le sue cose armate
Di spine e reste e ossa e buccia e scorza,
Contra la violenza ed alla forza
Del ciel, degli animali e degli uccelli,
Ed ha nascosto sotto terra l’oro,
E le gioie e le perle e gli altri belli
Segreti agli uomin perchè costin loro;
E son ben smemorati e pazzi quelli
Che fuor portando palese il tesoro
Par che chiamino i ladri e gli assassini,
E ’l diavol che gli spogli e gli rovini.
Poich’ anche par che la giustizia voglia,
Dandosi il ben per premio e guidardone
Della fatica, che quel che n’ha voglia
Debba esser valentuomo e non poltrone;
E pare anche che gusto e grazia accoglia
A vivande che sien per altro buone,