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142 ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI.

tempo quel verme che nell’uovo si racchiude; il qual verme, quando la gallozzola è finita di maturare e che è venuto il termine destinato al suo nascimento, diventa, di verme che era, una mosca; la quale, rompendo l’uovo e cominciando a roder la gallozzola, fa dal centro alla circonferenza una piccola e sempre ritonda strada, al fine della quale pervenuta, abbandonando la nativa prigione, per l’aria baldanzosamente se ne vola a cercarsi l’alimento.

Io vi confesso ingenuamente che, prima d’aver fatte queste mie esperienze intorno alla generazione degl’insetti, mi dava a credere o, per dir meglio, sospettava che forse la gallozzola nascesse perchè, arrivando la mosca nel tempo della primavera, e facendo una piccolissima fessura ne’ rami più teneri della quercia, in quella fessura nascondesse uno de’ suoi semi, il quale fosse cagione che sbocciasse fuora la gallozzola, e che mai non si vedessero galle o gallozzole o ricci o cornetti o calici o coccole, se non in que’ rami ne’ quali le mosche avessero depositate le loro semenze; e mi dava ad intendere che le gallozzole fossero una malattia cagionata nelle querce dalle punture delle mosche, in quella guisa stessa che dalle punture d’altri animaletti simiglievoli veggiamo crescere de’ tumori ne’ corpi degl’animali.