ma ramoso, e sfilacciato, o per meglio dire ch’egli è un filo dal quale hanno origine molti altri sottilissimi fili che, per la loro innata leggierezza, quasi galleggianti nell’aria per ogni verso si stendono; e se avviene che il capo di un di quei fili trasversali si intrighi tra’ rami di qualche albero vicino, incontanente per quel filo s’incammina il ragno e di quello si serve per primo filo dell’orsoio della futura sua tela; quindi soggiugne il Blancano che alle volte il filo del ragno non è un filo solo, ma che e’ son dua, ad uno de’ quali il ragno sta sospeso, e l’altro filo, vagante or qua e or là, svolazza per l’aria fin tanto che incontri qualche cosa da potervi si appiccar sopra. Che ciò possa esser vero ha molto del ragionevole e del verisimile, e particolarmente se il ragno si penzoli da un albero altissimo; io però non ho avuto il tempo di farne l’osservazione, come volentierissimo avrei voluto; ho bene molte e molte volte osservato che i ragni tirano i lor fili da una banda all’altra delle strade maestre e che raccomandano i capi de’ fili alle cime de’ pali che reggon le viti; perlochè, se que’ pali non si alzano da terra più che tre o quattro braccia, e se la larghezza delle strade sia per lo meno otto o dieci, non so rinvenire come que’ ragni, penzolandosi da così basso