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della penetrazione, della comprensione mentale, inizia l’epoca quarta. Giove strappa di mano a Crono lo scettro; e dice: «Chi domina le vicende del tempo, signore del tempo stesso è l’intelligenza: l’intelligenza è con me: il tuo regno è finito.» Da Giove, come pur dissi, comincia il moto discendente dal divino all’umano. L’uomo ardisce porsi in lotta cogli Dei, di gareggiare con essi di senno e di potenza. Sulle prime paga cara la sua audacia, talvolta soccombe; a poco a poco va prevalendo. Giove pare quasi costretto a smettere la sua durezza verso i ribelli, e scende a concessioni, che tolgono gran parte dell’antico prestigio alla maestà dell’Olimpo. Infine la ragione umana comincia l’opera demolitrice dei suoi idoli: gli Dei spariscono, e al loro posto grandeggia il Dio dei popoli d’ogni colore e costume.

Questo medesimo processo possiam vedere spiegarsi più o meno lentamente, sotto questa