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     Portate dalle ancelle ardenti tede.
     Molli fanciulle vanno innanzi, e segue
     Duplice coro. L’uno al suon di argute
     Zampogne scioglie il dolce labbro al canto,
     E intorno Eco risponde; ordisce l’altro
     Vaghe carole della cetra al suono.
     Viene d’incontro a questo un altro coro
     Di garzoncei trescando a suon di flauto,
     Altri intrecciando danze, altri cantando,
     Altri vaghi di lazzi: ognun procede
     Del flauto a tempo: di tripudi e balli
     La città tutta è lieta. — In faccia a questa
     V’ha chi inforcando a corridori il dorso
     Prendon carriera, ed arator vi sono,
     Che raccolta la tunica alla cinta,
     Squarcian le opime zolle. Evvi d’ariste
     Un ondeggiante campo, e colle falci
     Aguzze i mietitor segan le colme
     Spighe, di Cere sacro dono, in copia,
     Altri ne fan covoni e apprestan l’aia
V’ha chi vendemia d’un falcetto armato,

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