È da presso allo scudo, e par nol tocchi,
Ma nell’aere si libri:5 o il chiaro Storpio
Tale in or lo facea: calzari alati
Ei porta; di ner elsa un ferreo brando
Agli omeri sospeso giù gli scende,
E ratto al pari del pensiero: a tergo
Dell’orrida Gorgòn gli pende il capo
D’argenteo velo avvolto: opra miranda!
E il lembo in oro ne rifulge: il diro,
Bruno al par della notte, elmo di Pluto
Calca la fronte al prence. Accapricciato
Sembra ratto fuggir di Danae il figlio
Dinanzi alle nefande empie Gorgòni,
Che l’incalzan d’attingerlo bramose.
Mentre su verde adamantino piano
Esse corrono, par ch’alto ne suoni
Intronato lo scudo, e due dragoni,
Che lor cingono il fianco, ergono in arco
Le teste, e si lambiscon colle lingue
Sogguardano feroci, e fan dei denti
Sentire il ringhio, e intanto alto terrore
- 264 – 236