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     Accendere la mischia: in pugno ha l’asta,
     In testa l’elmo d’or, l’egida al braccio,
     E a fiera lotta istiga. – Il sacro stuolo
     Evvi degl’immortali, e in mezzo il figlio
     Di Giove e di Latona amabilmente
     Temprando l’aurea cetra. Evvi l’Olimpo,
     Sacra sede dei numi, evvi la sala
     Conciliar degli Dei, cui fan corona
     Infinite delizie. Il labbro al canto
     Schiudon le dee Pïerie, e par davvero
     Sciolgan canore note. – Evvi scolpito
     In ben nitido stagno il fido seno
     D’un mare imperversato, e par che ondeggi,
     E alla caccia di pesci in ogni parte
     Molti delfin che paiono natanti;
     E due, d’argento, sbuffano, divorano
     Pesci, di rame, palpitanti. Assiso
     È un pescator sul lido, ha in man la rete,
     E par che insidioso in mar la tuffi.
V’è della vaga Danae il figlio Pérseo
     Calcator di puledri. O maraviglia!

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