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     Ordisce altro disegno, onde agl’industri
     Mortali e agl’immortali un forte sorga
     Vendicator dei torti. Ansio d’amore
     Di vaga donna, nella notte avvolto,
     All’Olimpo s’invola. E presto giunto
     Al Tifonio, ne va del Ficio ai gioghi
     Il sapïente Giove, e ivi il divino
     Suo disegno matura. In quella notte
     Colla leggiadra Elettrïonia ei giacque
     In dolce amplesso, e il suo desir fe’ pago.
     Ma quella notte istessa il chiaro eroe,
     Il prode Anfitrïon riedeva ai lari,
     Compiuta già la grand’impresa. I servi
     E gli agresti pastor veder non volle
     Pria di salir della sua sposa il letto
     Il condottier di popoli struggea
     Cotanta brama! Qual’è quei che campa
     Gioioso a fiero morbo, o a ferrei ceppi,
     Tal dall’aspro cimento Anfitrïone
     Tornava in sua magion festoso amante.
     Colla sua cara tutta notte ei giacque,

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