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Per Mnemosine bella,25 onde le nove
Muse d’aurea corona il crine avvinte,
Vaghe di feste e voluttà di canto.
Indi Latona coll’Egioco nume
Avvinta in dolce amor partorì Febo,
E l’arciera Dïana, amabil prole
Agli Dei dell’Olimpo. — Ultima moglie
Tolse la vaga Giuno, che commista
Col sovrano dei numi e dei mortali
Ad Ebe, a Marte e ad Ilitia diè vita.
Ma da sè dal suo cranio avea prodotto26
L’occhi-azzurra Tritogene, potente
Svegliatrice di bellici tumulti,
Condottiera di schiere, augusta, invitta,
Cui giovano di guerra i gridi e il cozzo.
Di che Giuno crucciosa, alla sua volta
Senza il laccio d’amor produsse il chiaro
Vulcan, che tutti gli Uranidi avanza,
Fabbro ingegnoso. — Di Nettun sonoro
E d’Anfitrite nacque il grande, il forte
Triton, che re del salso fondo, accanto
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